140.000 visualizzazioni, circa 1300 commenti ed oltre un migliaio di reazioni. Questi i numeri del video di Mario Barisano, pubblicato sulla fanpage Parlare Avellinese circa sei mesi fa, alla vigilia del derby di andata tra Avellino e Salernitana (finito, come sappiamo, con la vittoria dei “pisciaiuoli” a tempo scaduto).
Il contenuto del filmato e le parole del “Maestro” non saranno il massimo dell’eleganza e della sportività. Ma questo è: o lo ami o lo odi. Così, grazie a questo video (e alla potenza dei social), il “Maestro” è diventato celebre anche in provincia di Salerno.
I commenti dei tifosi salernitani non sono chiaramente positivi e non mancano di certo le offese. Forse non sarà un video emblema del fair play, e secondo qualcuno incita addirittura la violenza, ma chi in questi anni ha avuto la possibilità di conoscere il “Vate di Borgo Ferrovia” sa perfettamente che il suo linguaggio colorito e imbottito di metafore fa parte del suo DNA.
Del resto provi ad alzare la mano chi, durante la partita della propria squadra del cuore, o magari analizzandola il giorno dopo, non abbia inveito contro gli avversari con i peggiori epiteti possibili. In ogni derby che si rispetti (e a maggior ragione in un derby così sentito come quello tra Avellino e Salernitana) certe affermazioni sono più che frequenti. Immaginate, per un attimo, il rapporto tra tifosi del Napoli e della Juventus, tra interisti e juventini, tra doriani e genoani. Provate a mettervi un attimo nel bel mezzo di una disquisizione tra un napoletano e un veronese, il risultato sarà più o meno lo stesso.
La verità è che forse certe affermazioni incarnano qualcosa che nel mondo del calcio (senza ipocrisie) esiste. In realtà, il concetto ribadito dal “Maestro” null’altro era che un remind del calcio che fu: quello in cui per superare un difensore, negli anni ’70 e ’80 non era certo facile come nel calcio di oggi.
Ecco il video in questione (per chi se lo fosse perso).